Senza CategoriaDella bocca che ‘dice’ senza proferir parola e del senso del gusto

L’espressività della bocca rivelatrice di emozioni, impressioni e stati d’animo. Nel linguaggio non verbale può svelare, raccontare il carattere di una persona. Il dottor Giacomo Lorello ci spiega come il gusto, il più intimo fra tutti i sensi e la bocca che ne è lo scrigno, possono dirci chi abbiamo di fronte.

La bocca racchiude in sé il più recondito dei cinque sensi, il gusto, perché è quello che per capire ed esprimere, esige l’acquisizione della cosa sentita.
Non solo nella sua accezione di assimilazione come ‘nutrimento’, ma anche come metafora che a ben vedere dice quasi il contrario: il “buon gusto” è ciò che mi fa giudicare una cosa bella senza necessariamente ‘consumarla’. Paradossalmente è dotato di buon gusto chi mostra distacco e autonomia di giudizio. [

Veniamo al linguaggio del corpo e alle sue implicazioni con il sodalizio “bocca-gusto”

La bocca è parte attiva del nostro corpo, perché è l’organo preposto al linguaggio e perché l’espressione della bocca nel complesso del volto e la mimica, esprime molte emozioni.

Il non verbale passa prevalentemente attraverso la bocca: toccarsi, mordersi le labbra, assottigliare con una mossa muscolare le labbra, significa una serie di sensazione diverse. Dalla rabbia al disgusto alla contrarietà. Dai soli movimenti delle labbra, si può evincere in che situazione emotiva il nostro interlocutore o paziente si trovi.

Il viso di una persona è identificativo della persona stessa insieme agli occhi. È il suo biglietto da visita e comunica quello che veramente è, oltre il modo di esprimersi (che può essere non autentico). L’espressione del volto non mente mai. Alle parole dette non corrisponde sempre la verità della cosa detta. Ecco perché per noi medici (e dentisti) è importante conoscere il linguaggio del non verbale.

Può farci qualche esempio?

Alcuni gesti della bocca, come stringere le labbra e guardare dritto negli occhi, indica che quella persona è attenta a ciò che l’altro sta dicendo. Appoggiare le mani alla bocca, indica che c’è interesse per quello che si sta ascoltando… le mani sotto le labbra, dimostrano disinteresse; non è sicura la persona che parla con le mani davanti alla bocca: denota insicurezza e voler nascondere se stessi. Il pollice vicino alle labbra, indica un ancestrale bisogno di consolarsi.

Se si nota che l’interlocutore gira la lingua contro le pareti della bocca, significa che prova fastidio e disapprovazione. Mostrare a tratti la lingua di fuori, è tipico atteggiamento di chi sta mentendo.
Se la qualità di una persona può essere mistificata a seconda delle parole che essa usa, il linguaggio del corpo non sbaglia mai.

Parliamo di recettori gustativi…

Calici, bottoni e papille gustative sono distribuiti su tutta la bocca, dalla faringe alla laringe al palato alla lingua. Ognuno di questi recettori percepisce in modo differente il cibo che si ha in bocca e ai gusti primari, permette di definire anche altri sapori più dettagliati come l’amaro, il dolce, il salato, l’acre.
La parte più importante è la lingua che distingue i sapori: il dolce nella parte anteriore, l’amaro nella parte laterale e dietro, il salato. Con l’età si assiste a un decadimento delle cellule nervose per cui cambia anche la percezione dei sapori.
La percezione di cibo e sapori non rientra nelle funzioni della corteccia cerebrale, per questo il gusto risente delle emozioni. L’interazione tra cibo e corpo, tra nutrimento esterno e senso del gusto, è un’esperienza di bellezza.

Un’excusatio non petita (richiesta)?

Sì, perché una cosa è dire “cosa c’è di buono in questa fetta di torta” e altro è porsi con “quanto mi farà ingrassare questa fetta di torta”! I due modi di porsi di fronte a un cibo che si presenta bene, possono condizionare le dinamiche di come quell’alimento verrà gustato.