Studio dentistico dottor Lorello. Un ponte tra oriente e occidente.
Perseguire il miglioramento, l’innovazione e il cambiamento per restare al passo con i tempi, ma soprattutto per fare quella differenza che si ‘appiccica’ ai pazienti. E poi, non ti lasciano più.
“Gli uomini buoni cercano sempre di migliorarsi”
Questa è una massima di Confucio che ‘aderisce’ perfettamente al clima che si respira nello studio dentistico del dottor Lorello. Sì, perché osservando e poi approfondendo con lo staff, con lo stesso dottor Giacomo Lorello, i temi legati all’accoglienza, all’innovazione, a una visione olistica del paziente molto singolare, vien da sé la trasposizione di questa linea di condotta esemplare con la filosofia del kaizen. Parola giapponese che significa “costante perfezionamento” ed è il contrassegno di chi vive un’esistenza pienamente risvegliata.
Giacomo Lorello si è rivelato un dentista kaizen e applica alla perfezione il suo metodo di dentista Olistico.
Nella nostra società la forza più potente è quella del cambiamento, ma la nostra società e sempre più reticente al cambiamento, per paura di intraprenderlo quando invece è da saggi abbracciarlo.
Come asseriva Taiichi ōno il signore del Toyota way, tutti dovrebbero applicare il kaizen, il miglioramento in generale e nel senso specifico, l’attività organizzata per migliorare continuamente l’azienda nel suo complesso. Così, Giacomo Lorello applicando il kaizen al suo studio dentistico, ha saputo creare quella miscela perfetta che fa la differenza.
Dottor Lorello, prima di tutto cura per l’accoglienza del paziente e poi cos’altro?
Il paziente ha l’esclusiva. In passato non davo la giusta importanza all’accoglienza, perché credevo che il paziente valutasse un dentista solo dalla qualità del suo lavoro. Poi mi sono accorto che insieme alla qualità del lavoro, il paziente ha bisogno di altro, ha bisogno di tempo per capire il valore del medico che lo cura.
Quindi bisogna partire con il piede giusto? Come?
Dalla prima telefonata. Il primo approccio è fondamentale per trasmettere una buona sensazione. Per cui le ragazze del mio staff, rispondono al telefono secondo i dettami de “la regola del sorriso”.
Sorridere mentre si parla, rende la voce più dolce e calda. Cercare di scoprire più informazioni possibili sul nuovo paziente, è una nostra prerogativa. Avere i dati anamnestici sulla sua vita, permette a me di fare diagnosi e cure molto precise e fa sentire il paziente importante ed esclusivo.
Per noi è un battesimo ogni nuovo paziente; sapere molte cose di lui, è un’occasione per accoglierlo nella nostra comunità, per introdurlo nella filosofia del nostro studio, in quell’approccio olistico a partire dall’accoglienza che ci permette di farci apprezzare.
Poi lo spazio che accoglie i pazienti: deve essere speciale (in particolare la hall dello studio Lorello è una preziosa galleria d’arte – Ndr.) Star bene in una situazione dove c’è una componente di dolore, è importante per superare quella condizione di disagio.
Qui pratichiamo la ricerca del kaizen come terapia di accoglienza e di benessere.
La prima volta nel nostro studio per un paziente, è una specie di celebrazione. Lo accogliamo, lo mettiamo a suo agio, lo presentiamo a tutto lo staff.
Potrebbe farci un esempio?
Uno dei più recenti riguarda una mia paziente… di età media, con gravi problemi di sonno. Prima di qualsiasi intervento, ho invitato la signora a fare una polisonnografia (analisi che permette di misurare le apnee notturne e altri disturbi durante il sonno) e di verificare il diabete.
Avrei potuto limitarmi all’ambito ristretto del mio lavoro, ma non si può essere solo dentisti, si deve anche fare i medici.
Quindi, far sentire il paziente unico, non è solo questione di ‘denti’, ma di salute in generale.
Esattamente. È un modo anche per sciogliere le tensioni, le paure e l’ansia. L’approccio olistico al paziente è un modo per fidelizzarlo, perché così non si ricorderà solo del problema risolto, ma delle persone che si sono prese cura di lui.
Disponiamo di tutte le tecnologie contro il dolore compresa la sedazione cosciente; ma ricordo che è l’empatia tra paziente e medico, più che la sedazione, a non far sentire il dolore.
Ho sperimentato che insegnare la respirazione è importantissimo. In questo modo si attiva l’ipotalamo, l’ipofisi che governa tutte le altre ghiandole… si compensano le attività del sistema simpatico e parasimpatico e si affronta meglio qualsiasi intervento.
Una buona e costante applicazione della tecnica della respirazione è uno di quelle sane abitudini che permettono di “aggiungere vita agli anni e non anni alla vita”.
Cosa la gratifica di più e cosa le pesa di più del suo lavoro?
Quello che mi gratifica è il rapporto personale che si crea con il paziente; per me è importante. Quello che mi pesa sono le problematiche legate all’amministrazione e alla gestione dello studio che richiedono un sacco di tempo e fatica. La gestione quotidiana di uno studio dentistico è impegnativa. Siamo dentisti, ma dobbiamo essere anche imprenditori.
Regalare un sorriso è ancora un privilegio?
Sì, lo scambio di gioia è reciproco; ogni lavoro fatto bene dà soddisfazione. Se una persona non prova soddisfazione nel lavoro che fa, non riuscirà mai a farlo bene.
Quindi restituire un sorriso è per me fonte di grande soddisfazione.
Nella prossima vita rifarà il dentista?
Sì, (sorride), ma part time! Perché vorrei misurarmi in un lavoro a contatto con la natura. Potrebbe essere il pescatore, la guida alpina… Mi manca molto il contatto con l’aria aperta e con la natura.
Tre consigli da lasciare a suo figlio Giorgio che sarà il futuro dello studio Lorello
“Fai sempre qualcosa che ti piace”. Giorgio lo ha già capito… tant’è che il contatto con la natura per lui è così importante che oltre a fare il dentista, si prende cura di un vigneto e quando può fa il tagliaboschi.
“Pratica il kaizen e non smettere di innovare”. Infine, ricorda che “la forza di volontà è la virtù essenziale di una persona realizzata”. Abbi sempre cura dell’altro e rispettalo.