Denti e cervello: la relazione corpo-mente

La correlazione tra igiene orale e intelligenza

Denti e Cervello

Denti e decadimento cognitivo: qual è la correlazione?

C’è davvero una correlazione tra una buona igiene orale e il mantenere la nostra intelligenza scongiurando il decadimento cognitivo?

Perché il vantaggio di una bocca pulita e sana anche in età avanzata, è un’arma anti-demenza?

Una ‘panoramica’ di questa stretta relazione, nell’approfondimento del dottor Giacomo Lorello.

Denti e capacità cognitive, igiene orale e Alzheimer: Studio Lorello spiega le correlazioni

“Sembrano due condizioni opposte, l’igiene orale dal dentista e a domicilio e il decadimento cognitivo.

In verità la loro diversità è solo apparente in quanto il loro obiettivo è comune: anche il dentista può prevenire nei pazienti anziani l’insorgenza e la relativa evoluzione di uno stato di demenza.

Il deficit cognitivo è il primo stadio di malattia derivata da degenerazioni del tessuto nervoso. Una stretta correlazione, ad esempio, tra demenza e piorrea, è stata provata da importanti studi. [Link]

Il deficit cognitivo è la cosiddetta memoria breve: mi dimentico di cose fatte di recente, mi scordo gli appuntamenti segnati in agenda. Queste sono tutte forme che preludono a una degenerazione del tessuto cerebrale.

Vorrei far cadere una convinzione diffusa, ma errata, che il cervello di una persona anziana lavora meno di un cervello giovane: lavora a pieno regime verso gli 80 anni. Non è affatto vero che una persona anziana ha una ridotta capacità intellettiva. Secondo recenti studi si è dimostrato esattamente il contrario. La mancanza di prontezza nelle risposte, il fatto che ci dimentichiamo di un appuntamento o di dove abbiamo riposto una cosa che stiamo cercando, è dovuta non a una scarsa attività cerebrale, bensì a una rassegnazione a combattere questa difficoltà.

Igiene orale e intelligenza

Igiene orale e intelligenza: la relazione tra una buona igiene orale e il mantenere in forma il cervello

A una certa età molte persone si lasciano andare, guardano la tv tutto il giorno, si ritrovano spesso dal medico per malattie croniche e sono dipendenti dai farmaci prescritti che assumono con tanto zelo, perché li associano al loro benessere.

Il cervello è un muscolo che va tenuto in allenamento. La nostra mente è frutto di trasmissioni elettriche cerebrali che vanno tenute attive con uno stile di vita molto disciplinato, ma assai efficace per chi intende mantenersi giovane.

Infatti, gli emisferi cerebrali a settanta anni sono più equilibrati e soprattutto non c’è predominanza dell’utilizzo di uno rispetto all’altro.

Una dominante dell’utilizzo dell’emisfero destro appartiene alla persona creativa, all’artista, a chi ha grande fisionomia, abilità spaziali e predilige le immagini, mentre una dominante dell’emisfero sinistro appartiene a chi ha predisposizione per le funzioni di calcolo e di abilità logico-matematica. Ecco perché a settanta anni spesso succede che alcune persone, contrariamente a quello che fa la maggior parte della gente, aumentano le proprie capacità cognitive, hanno un cervello molto agile e sanno prendere le decisioni giuste. Si guarda positivamente il futuro, si coltivano le emozioni positive, sanno raggiungere un buon equilibrio interiore.

Il picco dell’attività del cervello si ha a 80 anni. Si deve tener presente che i neuroni non muoiono, che solo allenando il cervello si mantengono i collegamenti cerebrali”.

Perché allora ci lamentiamo di non avere una buona memoria?

Perché abbiamo la memoria piena, perché ci abituiamo a ricordare anche le sciocchezze, perché spesso non siamo ‘centrati’, non sappiamo filtrare le cose, non smettiamo mai di pensare, non siamo allenati a liberare almeno per un po’ di tempo, la nostra mente. Siamo sempre connessi, sempre con la mente in modalità ‘compulsione’.

Bocca sana vantaggi a livello psicologico

Perché una bocca in buone condizioni offre alle persone vantaggi sia a livello funzionale che psicosociale?

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Se i due emisferi funzionano bene, se si mantiene uno stile di vita sano, tutto verrà da sé.

Lavare spesso i denti potrebbe ridurre il rischio di fibrillazione atriale. Inoltre, se pensiamo che la parodontite può provocare una diminuzione dell’ideale flusso sanguigno nel cuore, è facile desumere che la stessa cosa succeda a carico dei vasi celebrali: una loro ridotta portata porta ad un decadimento cognitivo del 20% e col tempo può portare a demenza.

Anche l’alterazione della flora batterica della bocca, provoca demenza senile e deficit cognitivi.

Il dentista può tenere sotto controllo il microbioma orale.

Nel nostro studio sappiamo che c’è una stretta relazione tra perdita di denti e microbioma. Più semplicemente, si è individuato un rapporto tra una igiene orale carente e un declino cognitivo, in alcuni casi associato anche a demenza.

C’è altresì, correlazione tra perdita dei denti posteriori e la diminuzione dell’intelligenza della corteccia celebrale per deficit nutrizionale.

In sintesi, la perdita di “armonia della masticazione” determina un malfunzionamento dell’ipotalamo e dell’ipofisi, importantissime ghiandole preposte al funzionamento cerebrale, le quali a loro volta sono causa del deficit di funzione cognitiva.

Invecchiamento e igiene orale: come il dentista può aiutarci

Dunque, ci dobbiamo fare amico il nostro dentista per rallentare la senescenza?

I denti si usano tanto.

C’è un concetto di fondo sbagliato che va modificato: più si invecchia, più si è autorizzati a trascurare i denti.

Non è vero, più si trascurano i denti, più si alimenterà la degenerazione delle normali funzioni neurologiche.

L’invecchiamento è un processo improcrastinabile. Sta di fatto che possiamo rallentarlo con una bocca sempre sana, controllata e curata.

Evitare le patologie più comuni (ad esempio la parodontite è legata a una scarsa igiene orale); la perdita di denti impedisce una nutrizione corretta e genera un conclamato disagio sociale. Una cattiva masticazione è causa anche di forti dolori articolari.

È importante dunque, mantenere sempre una buona igiene orale nel corso dell’invecchiamento fisiologico di una persona.